Cervarolo. Piccola strage (con importanza)

In alcuni paesi sopravvivono le tradizioni. In altri la memoria. E i nomi. Nel piccolo borgo di Cervarolo,  quel che ancora oggi ha valore e importanza e senso sono ventiquattro nomi. Ventiquattro volti di civili morti nel 1944.

Cervarolo non arriva nemmeno a essere un paese. Troppo piccola. Si limita a essere una frazione del comune di Villa Minozzo, sull’Appennino Tosco Emiliano. E pare troppo piccola anche per portare il peso del suo recente passato. Il peso di tutti quei nomi che hanno subito il martirio e l’orrore. Uomini e ragazzi tra i 17 e gli 84 anni. Intere generazioni di questa comunità spazzate via con qualche colpo d’arma da fuoco.

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20 marzo 1944. Giornata fredda. Aria gelida. Una piccola aia. Uno spiazzo tra le poche case. I tedeschi. Tutti gli uomini di Cervarolo chiamati in questo quadratino di terra. Con l’inganno. E non c’entra il caso o l’equivoco. C’entra la storia delle stragi nazi-fasciste compiute in Italia nel 1944.

Agli uomini di Cervarolo fu detto di rimanere in casa, che nulla sarebbe loro successo. Ma non fu così. Nonostante il giorno prima fosse arrivato un telegramma dove si parlava di “un paese da purificare”. Ma nessuno immaginava si trattasse esattamente di Cervarolo.

Arrivano dunque i tedeschi. Prima si dedicano al saccheggio delle case. Mentre la milizia fascista fa la guardia alle porte dell’abitato. Poi gli stessi soldati tedeschi “bussano” a ogni uscio in cerca di uomini. Quegli stessi cui era stato detto di rifugiarsi dentro le proprie abitazioni. I tedeschi entrano e li portano via. Li riuniscono nell’aia.

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Un po’ nevica quel 20 marzo del 1944 a Cervarolo. Un po’ la neve comincia a sciogliersi. L’inizio della primavera sull’Appennino Tosco Emiliano spesso è così come il giorno in cui vengono trucidati 24 uomini d’ogni età.

Ma la storia dell’eccidio di Cervarolo non finisce qui. Il vero equivoco è quello della sua “riscoperta”. Anzi della scoperta del cosidetto armadio della vergogna nel 1994 in uno scantinato della procura generale militare. Armadio che conteneva più di 600 fascicoli sulle stragi nazi-fasciste. Tra cui anche quelli relativi a Cervarolo.

Altra appendice di questa storia: il processo. Che si è concluso “solo” il 6 luglio 2011 con la condanna di sette ex nazisti. E che si era aperto “solo” nel 2005 presso il Tribunale Militare di Verona.

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